Storia del Bari

Antonio Cassano: genio e sregolatezza tutta barese

Antonio Cassano: biografia del Pibe di Bari

Bentrovati su Diretta-Bari con il nostro appuntamento con i giocatori più rappresentativi in maglia bianco-rossa. Nel post di oggi parliamo di uno dei talenti più puri che il calcio italiano abbia mai espresso negli ultimi 30 anni: Antonio Cassano, attaccante di Bari, Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter, Parma e Verona, oltre che della Nazionale italiana con la quale è stato vice-campione d’Europa nel 2012. 

Cassano era una seconda punta, ma ha saputo adattarsi in carriera giocando anche come punta esterna nel 4-3-3 e prima punta, o meglio falso nueve nel Parma.

Giocatore dalla tecnica sopraffina e dalla visione di gioco impressionante, ha illuminato il nostro palcoscenico per tanti anni, nonostante la fine burrascosa della sua carriera nel 2018. Ha sempre preferito l’assist al gol, in carriera avrebbe potuto fare molto di più se il suo carattere non lo avesse limitato tanto.

Numerosi i litigi con allenatori, arbitri e dirigenti. Lo chiamavano FantAntonio, il Pibe di Bari  (per la vaga somiglianza nella tecnica e per l’età a un grande del calcio come Diego Armando Maradona) vecchia e Peter Pan.

 

 

Gli inizi con il Bari e i primi anni luminosi alla Roma

Antonio Cassano fu scoperto da Eugenio Fascetti, che dalla primavera del Bari lo fece esordire in prima squadra l’11 dicembre 1999 a soli 17 anni. Una settimana dopo, arriva il primo gol, quello che gli avrebbe spalancato le porte del grande calcio, contro l’Inter: controllo di tacco in corsa, dribbling a rientrare saltando 2 difensori e tiro sul primo palo.

Le stagioni con il Bari furono 2, la prima, si concluse con 21 presenze e 3 reti, mentre la seconda fu condita da 27 partite e ancora 3 marcature ma i galletti purtroppo retrocedono.

Nell’estate del 2001 la Roma fresca di scudetto, riesce a strapparlo alla Juventus per 60 miliardi di lire a conclusione di una trattativa estenuante.

Ci mette un po’ ad ingranare il genietto di Bari Vecchia, nonostante avesse legato da subito con il suo idolo Francesco Totti, la sua stagione migliore con la Roma ed oserei dire della sua carriera, è quella del 2003-2004 con Capello in panchina nella quale i giallorossi sfiorano lo scudetto e Cassano fa 14 gol e numerosi assist vincenti.

 

Il breve periodo al Real Madrid

Subito dopo iniziano le prime “cassanate”: allenamenti saltati, alimentazione sregolata che gli causa sovrappeso, litigi con compagni e allenatori. Le incomprensioni sul rinnovo di contratto e il dualismo con l’amico di sempre Totti.

Cassano, dopo 118 presenze e 39 goal lascia la Roma nel gennaio 2006 per 5 milioni di euro per aggregarsi ai blancos. Una squadra galattica che annoverava campioni del calibro di Figo, Zidane, Beckham e Ronaldo. Esordisce con un gol il 18 gennaio contro il Betis Siviglia e decide a marzo il derby di Madrid contro l’Atletico, segnando di testa su cross di Roberto Carlos. Da quel momento in poi, sporadiche presenze. La stampa si scatena, c’è chi lo chiama “el talentino”, chi “el gordito” (il grassottello).

Raul dice di lui “è il più grande talento che io abbia mai visto”, ma Antonio non ingrana con il Real nemmeno nella stagione successiva (2006-2007), con l’arrivo di Capello in panchina. Parte bene, 4 presenze, un gol in Liga contro il Levante e un altro in coppa del Re, ma non è felice e trova come mettersi nei guai imitando pubblicamente Capello nelle sue gestualità tipiche persino nelle movenze. In ottobre viene messo fuori rosa, per poi essere reintegrato a febbraio. Il Real vince lo scudetto, ma di Cassano ci si ricorda solo dell’assist decisivo per il gol di Higuain contro l’Atletico. L’esperienza madrilena si conclude con 19 presenze in un anno e mezzo e 3 soli gol!

 

La rinascita con la Sampdoria

Siamo al 2007-2008, Cassano è fuori dal progetto Real, ma nessuna sembra accorgersi di lui, troppe le fasi altalenanti degli ultimi anni e il carattere difficile da domare fa il resto. Solo a fine mercato la Sampdoria decide di dargli un’opportunità acquistandolo in prestito con diritto di riscatto. Con la Samp tocca picchi altissimi, nella prima stagione a suon di gol e assist ritorna in nazionale. Nel 2008-2009 è già vicecapitano e trascinatore dei doriani, assieme al tandem formato con Giampaolo Pazzini, trascina la Samp ai preliminari di Champions nella stagione 2009-2010 e finalmente torna in doppia cifra per goal ed assist. Antonio sembra aver trovato la sua oasi di felicità, si sposa e si lega tantissimo a Genova.

Nonostante ciò, nel Gennaio 2011 litiga ferocemente con il Presidente Riccardo Garrone e viene messo fuori Rosa. E arriviamo al passaggio al Milan…

 

Lo scudetto al Milan e tanta paura

Cassano firma con i rossoneri un triennale e si aggrega al ritiro invernale di Dubai. E’ palesemente fuori condizione dato che negli ultimi turbolenti mesi con la Samp gli era stato impedito di allenarsi. Cassano si presenta così in conferenza stampa “se sbaglio al Milan sono da manicomio, sopra il Milan c’è il cielo”. Scala le gerarchie in attacco, nonostante non abbia i 90 minuti nelle gambe, si crea una grande intesa con Ibrahimovic che beneficia dei suoi assist vincenti. Con il Milan arriva lo scudetto a maggio 2011, Antonio finalmente fa la sua parte: 4 gol e numerosi assist vincenti. In estate si vocifera di un possibile addio, ci sono voci legate ad un rinnovo di contratto, che Cassano voleva, ma che Galliani gli nego’.

La stagione 2011-2012 comincia benissimo… gol, assist e posto da titolare fisso, visti gli infortuni di Pato.

Ma stavolta è la fortuna ad abbandonare Antonio: Il 29 ottobre,  al ritorno dalla trasferta a Roma, Cassano accusa un malore e viene ricoverato al Policlinico di Milano, dove gli viene diagnosticata una sofferenza cerebrale su base ischemica. 

Torna in campo 6 mesi dopo, ma la storia col Milan termina lì: niente rinnovo di contratto, schermaglie mediatiche e tanta voglia di cambiare aria, visto che dal Milan se ne stavano andando senatori e campioni come Ibra e Thiago Silva.

33 presenze complessive, 7 gol e tanti assist. 

Il passaggio all’Inter e gli screzi con Stramaccioni

Il 22 agosto 2012 viene ufficializzato il suo trasferimento all’Inter, nell’ambito dell’operazione che ha portato Giampaolo Pazzini, suo compagno di squadra alla Sampdoria, al Milan con un conguaglio di 7,5 milioni a favore dei nerazzurri; il giocatore firma un contratto biennale fino al 30 giugno 2014 da 3 milioni di euro a stagione, più bonus. 

L’avventura parte bene: 5 gol in 5 partite, Inter prima in classifica, Antonio sempre in campo per 90 minuti. Memorabile e storica la vittoria allo Juventus Stadium per 3 a 2 in rimonta (prima sconfitta della Juve nel nuovo stadio). Poi da dicembre un calo generale, gli infortuni, l’addio di Snejider e l’ennesima cassanata: lite con l’allenatore Stramaccioni e conseguente addio a fine stagione. 

Lascia l’inter dopo 39 presenze, 15 assist e 9 gol.

Parma: tante luci poche ombre

Nel 2013 va al Parma e la trascina al sesto posto (Europa League) con 12 gol e 7 assist. 

La stagione seguente, in un Parma vicino al fallimento, rescinde il contratto dopo aver messo in mora la società per il mancato pagamento degli stipendi.

Il ritorno alla Samp e la parentesi Verona

Il ritorno alla Samp non dà i frutti sperati, Antonio è fuori forma e ci ricordiamo di sole2 grandi partite: il 6 gennaio 2016 nel derby contro il Genoa fa 2 assist vincenti e contro la Juve sigla il gol del 1-2. Viene messo fuori rosa dopo una lite con l’avvocato Romei. Poi dopo un anno rescinde il contratto. 

Ci riprova ancora col Verona, ma oramai non ha più stimoli né voglia di impegnarsi o di dimostrare ancora qualcosa. 

Si conclude così la carriera di questo fuoriclasse che se è vero che ne ha combinate tante fuori dal campo, dentro al rettangolo di gioco non ha mai deluso, anzi ha sempre fatto la differenza. 

Ha sempre scontato un grosso difetto, è schietto, parla in faccia, senza filtri ma nel calcio non si può essere così. Oggi è opinionista sportivo nella trasmissione di Pierluigi Pardo: Tiki Taka. Avrebbe voluto fare il talent scout.

Capitolo nazionale

Anche il rapporto di Cassano con la Nazionale è stato travagliato, con periodi e prestazioni altalenanti.

Cassano esordisce in Nazionale a soli 21 anni, segnando un gol già al suo debutto in Polonia-Italia. Partecipa e segna due gol con la nazionale italiana nell’Europeo 2004, dove è di gran lunga il migliore dell’Italia.

Non partecipa alla vittoriosa spedizione italiana del 2006, mentre viene richiamato per gli Europei 2008 dove gioca per quattro volte.

Antonio Cassano viene nuovamente convocato per l’Europeo 2012 dove l’Italia si classifica al secondo posto, con il barese che disputa tutte le partite da titolare con la maglia numero 10, ma viene sempre sostituito. 

Infine nel 2014 ai mondiali brasiliani Antonio è convocato da Prandelli ma non incide.

Chiude la sua carriera in azzurro con 39 presenze e 10 gol. 

 

Il nostro post dedicato ad Antonio Cassano termina qui: alla prossima da Diretta Bari e con i giocatori più importanti della storia dei galletti!